mercoledì 23 maggio 2012

Gli Anelli nel Medioevo

Spesso vedo molta perplessità riguardo gli anelli nel periodo medioevale...cerchiamo di fare un poco di chiarezza, nel limite del possibile ovviamente trattandosi di un argomento estremamente vasto!
Iniziamo con la descrizione di alcuni utilizzi molto specifici degli anelli.
Gli anelli avevano diverse funzioni oltre alla pura e semplice decorazione (che resta comunque quella principale, non dimentichiamolo), vediamone alcune nel dettaglio.
Sigilli.
Gli anelli di questo tipo recano una incisione solitamente in negativo in modo da poter essere impressa nella ceralacca, l'incisione poteva essere direttamente effettuata sul metallo, oppure ricavata su una gemma incastonata.


Fidanzamento e nuziali
Questo tipo di anello solitamente era composto da due fili di metallo che si intrecciavano, formando ad esempio semplici "nodi", oppure come negli anelli tradizionali Irlandesi (Claddagh) la figura di due mani che reggono un cuore.

Oppure ancora, in maniera più vicina alle nostre abitudini, delle fedi spesso incise con massime latine all'interno o all'esterno dell'anello.


Vescovili e Papali. 
Questo tipo di anello solitamente era di dimensioni ragguardevoli, sormontato da una gemma preziosa, e decorato con rilievi o incisioni che ne ribadivano la funzione.


Oltre a queste funzioni gli anelli erano ovviamente ornamenti prima di ogni cosa, e venivano indossati indistintamente da uomini e donne delle più diverse classi sociali. Non diversamente da oggi chi disponeva di maggiori risorse economiche poteva permettersi anelli più sontuosi, ma questo non significa che chi non era di nobile lignaggio non potesse indossare uno o più anelli.

Gli anelli erano indossati su tutte le dita, pollice compreso, generalmente più anelli per volta e potevano o meno intonarsi ad altri ornamenti o alle decorazioni degli abiti.


Le pietre preziose meritano un discorso a parte, ma sintetizzando si può affermare che erano predilette pietre dai colori intensi come smeraldi e rubini in quanto la pratica del taglio per dare luminosità alla pietra si perfezionerà solo verso il XV secolo, in particolare con i tagliatori di diamanti Veneziani e Olandesi, ma questo è un lungo discorso...che non mancherò di approfondire nei prossimi giorni!

Una importante puntualizzazione che vorrei fare per chi fa rievocazione storica : nel Medioevo era pratica comune il riutilizzo di componenti di ere precedenti, come ad esempio cammei e pietre preziose intagliate di epoca romana, greca o egiziana. Non è quindi da considerare un errore indossare anelli di epoche anteriori perchè erano sicuramente ancora in circolazione, rinnovati o meno.

martedì 15 maggio 2012

Come nasce un gioiello medioevale

Il lavoro dell'orafo nel corso dei secoli è rimasto sostanzialmente immutato. Sembra difficile pensare che le tecniche e gli strumenti di centinaia di anni fa (in alcuni casi migliaia) siano rimasti gli stessi che ancora oggi utilizziamo, eppure è così. Le innovazioni più significative sono avvenute dopo il 1800, con l'introduzione del Cannello a gas per saldare e della corrente elettrica (illuminazione e motori elettrici).
Queste novità hanno inciso in maniera incredibile sulla velocità di esecuzione dei lavori ed in alcuni casi sulla precisione delle finiture, tuttavia si può certamente affermare che il procedimento di oggi è del tutto simile a quello usato dai nostri antenati.
Iniziamo quindi la nostra lavorazione, sagomando e saldando uno spezzone di filo che costituirà la base del castone. Segnamo quindi con una tacca la posizione delle griffes su entrambi i lati.
Le punte delle griffes vengono formate a fuoco. Questa operazione oggi viene effettuata in maniera molto semplice con il cannello da orafo, ma il pezzo potrebbe essere scaldato anche sulla forgia a carbone ottenendo lo stesso risultato, come già detto quindi non cambia la tecnica ma solo il tempo necessario alla lavorazione e la maggiore praticità della stessa.
Le griffes vengono poi saldate in posizione, agevolati nel posizionamento dalle tacche che abbiamo tracciato e utilizzando una pinza a molla. Pinze, lime, martelli sono strumenti che nell'immaginario comune vengono immaginati rozzi e primitivi nel periodo medioevale, ma non è affatto così! Acciai di ottima qualità e trattamenti termici erano ben noti all'epoca, come avrebbe quindi potuto un orafo dell'epoca produrre capolavori con decorazioni minutissime di raffinatissima fattura e non saper realizzare una semplice testa di martello o una lima?
Tagliamo quindi i testimoni delle griffes e saldiamo in posizione l'anello della monachella.
Rifiniamo quindi il pezzo con lime e lucidiamo. La lucidatura viene fatta con pasta apposita e la levigatrice, in tempi più antichi era un'operazione totalmente manuale e la "pasta" lucidante era ottenuta con polveri di pietre finissime (pomici e frassinelle) e da impasti di cenere di particolari piante. Al posto della levigatrice si utilizzavano bastoncini di legno, strisciette di cuoio e di tessuto. L'operazione era chiaramente molto più lunga, ma portava agli stessi risultati. Terminata la lucidatura non ci rimane che accostare le griffes alla pietra e montare la monachella.
Nei prossimi post cercherò di mostrare altri passaggi interessanti delle lavorazioni e, soprattutto, i relativi riferimenti storici. Credo sia molto importante ed appagante per chi indossa un gioiello artigianale comprendere la mole di lavoro le antichissime tradizioni che ne hanno permesso la realizzazione. Arrivederci al prossimo articolo!